Il Museo Diffuso di Cavallino, inaugurato il 21 dicembre 2003, nasce per la ferma volontà dell'Università del Salento e dell’Amministrazione Comunale di Cavallino che ne hanno commissionato il progetto e lo hanno realizzato utilizzando finanziamenti europei (P.O.R.). L’iniziativa si inserisce in una precisa politica che ha posto al centro della sua azione la tutela e la valorizzazione dei Beni Culturali del Territorio comunale, in stretta collaborazione con l’Università. I percorsi allestiti all’interno del Museo mostrano le emergenze archeologiche, il paesaggio rurale e le trasformazioni operate dall’uomo nel territorio nel corso dei secoli. Una grande costruzione in carpenteria metallica, coperta con una struttura in policarbonato, ne costituisce l’ingresso. Salendo sulla sommità di questa piattaforma (un vero “balcone sulla storia”) è possibile abbracciare con lo sguardo l’intero sito.
Il Museo Diffuso è un Museo del paesaggio, in cui si conservano tutti gli aspetti distintivi: non solo i resti archeologici ma anche le costruzioni rurali, i muri a secco, la flora spontanea.
I principi sanciti dalla Convenzione Europea del Paesaggio sono alla base del progetto di Museo diffuso, cosi come i principi della Convenzione di Faro governano la strategia di valorizzazione. Essa è fondata sull’idea del patrimonio culturale come elemento costitutivo dell’identità sociale.
L’area del Museo Diffuso è interamente servita da un sistema di percorsi di visita pedonali e ciclabili, studiati per consentire il collegamento dell’abitato antico con quello moderno, completati con elementi d’arredo quali cestini porta-rifiuti, panchine, leggii e isole segnaletiche.
E' possibile seguire all'interno dell'area tre differenti percorsi (giallo, rosso, verde) che conducono il visitatore a scoprire i principali punti di interesse archeologico, paesaggistico ed ambientale.
Il Museo Diffuso di Cavallino comprende al suo interno un importante insediamento messapico racchiuso da una grande opera di fortificazione. Le mura abbracciano un’area di circa 69 ettari di terreno ed hanno uno sviluppo di 3100 metri. Le strutture antiche sono costruite sul banco di calcarenite (la cosiddetta pietra leccese) in gran parte affiorante, nel quale è scavato il fossato, largo in media 3,50 metri e profondo metri 2,50, che costituisce allo stesso tempo l’area di cava per l’estrazione dei blocchi con cui è realizzata la fortificazione. La zona più settentrionale dell’abitato viene racchiusa da due altre cerchie murarie, realizzate con la medesima tecnica costruttiva. Le mura di cinta hanno uno spessore variabile tra i 3,50 e i 4 metri, a seconda delle zone, con un paramento esterno a grandi blocchi appena sbozzati ed uno interno realizzato con pietre di minori dimensioni. All’interno il riempimento è costituito da gettate di terra, pietre e schegge di calcare. L’impianto della città arcaica, a cui appartiene la fortificazione, si sovrappone ad insediamenti di epoca precedente. Il primo, che dai dati oggi disponibili sembra essere in gran parte concentrato nell’area settentrionale della zona archeologica, è costituito da un villaggio di capanne dell’età del Bronzo (XVI-XV sec. a.C.), in parte tagliato dallo scavo del fossato di età arcaica. Per un lungo arco di tempo l’area viene abbandonata. Nell’VIII secolo a.C. si assiste ad una rioccupazione del sito, con la costruzione di capanne a pianta ovale o absidata, sparse in quasi tutta l’area che verrà in seguito occupata dall’abitato di età arcaica. Con la costruzione della cinta fortificata alla metà del VI secolo a.C., l’abitato di Cavallino assume caratteri che sono stati definiti protourbani. L’area interna della città è solcata da una serie di assi stradali che sembrano convergere dalle varie porte aperte nella fortificazione, verso una grande area centrale all’insediamento, interpretata come grande piazza pubblica. Poco distante una grande depressione naturale del terreno (probabilmente una dolina) forma una specie di bacino naturale (la zona oggi chiamata Cupa), verso cui convergono molte delle canalizzazioni di drenaggio, in parte scavate nel banco roccioso e in parte costruite con blocchi di calcare. Particolare importanza sembra avere l’asse viario che taglia la città da Nord a Sud, partendo dalla porta di Nord Est. Lungo gli assi stradali si dispongono i quartieri di abitazione; a volte le case si affacciano sulle strade con una certa regolarità (fondo Pero, fondo Sentina), mentre in altri casi le strade sembrano dividere delle aree in cui gli edifici si dispongono attorno a degli spazi aperti, senza seguire alcun criterio di ortogonalità (fondo Casino). Forse in questi quartieri continuavano a vivere gruppi familiari unitari, veri e propri clan, che disponevano le loro abitazioni in uno spazio comune, probabilmente gravitante intorno alla residenza del personaggio più importante del gruppo. Il rinvenimento di alcuni frammenti di elementi architettonici decorati, in calcare locale, permette di ipotizzare la presenza, all’interno della città, di edifici di carattere pubblico o cultuale. L’abitato arcaico di Cavallino, al momento della sua massima espansione, viene improvvisamente colpito da una grave crisi che ne provoca un rapido abbandono, entro il primo trentennio del V secolo a.C.. Tutto fa pensare ad una distruzione violenta dell’insediamento: le mura di fortificazione sono distrutte e rovesciate all’interno del fossato, stesso luogo dove vengono gettati i cippi, dopo essere stati spezzati volontariamente; i muri delle abitazioni recano tracce di bruciato, le cisterne vengono riempite di pietre in modo da non poter più essere utilizzate. Da questo momento in poi nell’area sono attestate solo sporadiche frequentazioni (tra V e III secolo a.C.), rappresentate dalla presenza di sepolture scavate nei crolli delle abitazioni di età arcaica, che indicano come ormai la città fosse abbandonata e dovesse far parte del territorio dei centri vicini come Rudiae e Lupiae.
Orario Estivo (1 maggio - 30 settembre)
da martedì a domenica dalle 9,00 alle 20,00
lunedì chiuso
Orario Invernale (1 ottobre - 30 aprile)
da martedì a domenica dalle 9,00 alle 15,00
lunedì chiuso
Direttore: dott. Corrado NOTARIO
corrado.notario@unisalento.it
0832-295126
3334253408
L'ingresso al Museo è gratuito
Per informazioni e prenotazioni:
corrado.notario@unisalento.it, telefono: 333.4253408
I principali servizi del Museo sono i seguenti:
Visite senza l’ausilio di guida
Visitatori singoli, piccoli gruppi e famiglie possono autonomamente visitare il Museo, anche senza prenotarne l'accesso, durante gli orari di apertura. Nel caso di gruppi o scolaresche è obbligatoria la prenotazione.
Visite con l’ausilio di guida
Nel caso di visita guidata la prenotazione è sempre obbligatoria per gruppi e scolaresche. La guida è svolta da personale altamente qualificato.
Attività di formazione
Il Museo ospita studenti, laureati e specializzandi in Archeologia, ma anche di altre Facoltà per lo svolgimento di attività di tirocinio curriculare o facoltativo sui temi della museologia, degli ecomusei e delle attività di scavo archeologico.
I richiedenti devono preliminarmente contattare il Responsabile del Museo e successivamente rispettare la procedura di attivazione dei tirocini adottata dall’Università del Salento.
Attività di promozione culturale e divulgazione
Il Museo organizza mostre temporanee, seminari e conferenze o altre iniziative sui temi della Storia Antica, Archeologia e Museologia, in collaborazione con i docenti dell’Università del Salento e/o di altre Università. Le attività sono aperte a tutti. Il Museo Diffuso offre supporto alle attività didattiche e di ricerca dei docenti dell’Università del Salento, mettendo a disposizione i propri spazi espositivi e di laboratorio per lo svolgimento di lezioni, seminari, attività pratiche e divulgative. Inoltre effettua anche servizi di consulenza didattica e divulgativa che possono esplicarsi in corsi da effettuare al Museo e presso le scuole, assistenza alla didattica anche universitaria, escursioni guidate ed altre forme che prevedano la presenza di personale particolarmente qualificato.
Consulenza scientifica
Il Museo Diffuso offre servizio di consulenza scientifica in merito a problemi di Museologia, Storia Antica e Archeologia.
Visione per finalità di ricerca
I reperti delle collezioni del Museo possono essere visionati, per finalità di ricerca, da istituzioni scientifiche, ivi incluse quelle dell’Ateneo di Lecce, nonché da singoli ricercatori e specialisti di comprovata competenza scientifica, sentito il parere della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia.
Il richiedente di un prestito si impegna ad esplicitare, su ogni eventuale pubblicazione scientifica o altra forma editoriale, che il reperto è stato concesso in studio dal Museo Diffuso dell’Università del Salento e a citare nella pubblicazione il numero di inventario dello stesso e a far avere copia del lavoro al momento della pubblicazione.
Collaborazioni scientifiche
Le collaborazioni scientifiche sono relative a tutti quei progetti o ricerche che vedono coinvolto il Museo come soggetto proponente e/o soggetto partecipante. Queste collaborazioni precedentemente approvate dal Direttore sono subordinate alla copertura economica prevista in determinato progetto
Riproduzione dei documenti
Il Museo mette a disposizione i propri libri, periodici, multimedia o altro materiale per finalità di studio e didattiche. Tali documenti potranno essere riprodotti con i sistemi più appropriati al caso specifico e nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di diritto di autore e copyright e di tutela del patrimonio.
Riprese video, fotografiche, cinematografiche e televisive
Nel Museo è consentito gratuitamente scattare fotografie ed eseguire riprese video, ma solo per un uso personale e con strumenti non professionali.
Il Museo consente di eseguire riprese professionali video, fotografiche, cinematografiche e televisive delle collezioni e degli spazi espositivi, previa motivata richiesta.
Pubblicazioni
Il Museo promuove la pubblicazione di ricerche, cataloghi di mostre temporanee etc.
All'interno del Museo Diffuso è attivo il Cantiere Scuola di Archeologia che è nato nel 2000 per il potenziamento dei servizi offerti dalla Facoltà di Beni Culturali dell’Università del Salento per la didattica e la ricerca nel settore storico – archeologico. All’interno di un’area recintata sono state installate delle strutture prefabbricate che coprono una superficie di circa 100 m2. L’interno è suddiviso in tre zone: un laboratorio polifunzionale per lo studio dei reperti rinvenuti nelle operazioni di scavo, un magazzino per la loro conservazione e un settore foresteria, per l’accoglienza di studenti. Un’aula all’aperto permette lo svolgimento di lezioni sul campo. Ogni anno decine di studenti di Università italiane e straniere possono così partecipare alle indagini archeologiche ed apprendere le metodologie e le tecniche della ricerca.
Nel Museo Diffuso si svolgono numerose attività che coinvolgono archeologi, comunità locale, visitatori, bambini.
Archeologia Creativa è un progetto di comunicazione che ne permette la fruizione in un contesto non convenzionale. Durante le sere di estate, in coincidenza con il periodo di ricerca archeologica, i giovani archeologi dell’Università del Salento presentano ai visitatori i risultati delle proprie ricerche. Seguono manifestazioni artistiche in cui si esibiscono gruppi culturali legati all’Università come il Gruppo poetico di Ateneo ed il teatro di Ateneo, insieme a performances musicali di giovani artisti emergenti o gruppi legati all’Università. Le visite guidate riscuotono molto successo: cittadini e turisti apprezzano l’opportunità di conoscere meglio i risultati delle ricerche.
Altre manifestazioni si svolgono ogni anno nel Museo: reading poetici e letterari in cui spesso sono protagonisti i bambini (Notte di inchiostro di Puglia), manifestazioni sportive, giochi per bambini e manifestazioni organizzate dalle scuole.
Ingresso Museo Diffuso:
piazza Fratelli Cervi, Cavallino (LE)
Direzione Museo Diffuso:
ex Convento dei Domenicani, corso Umberto I, Cavallino (LE)