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- ARCHEOLOGIA PROFESSIONALE E ARCHEOLOGIA PUBBLICA
ARCHEOLOGIA PROFESSIONALE E ARCHEOLOGIA PUBBLICA
- Insegnamento
- ARCHEOLOGIA PROFESSIONALE E ARCHEOLOGIA PUBBLICA
- Insegnamento in inglese
- PROFESSIONAL AND PUBLIC ARCHAEOLOGY
- Settore disciplinare
- L-ANT/10
- Corso di studi di riferimento
- ARCHEOLOGIA
- Tipo corso di studio
- Laurea Magistrale
- Crediti
- 6.0
- Ripartizione oraria
- Ore Attività Frontale: 42.0
- Anno accademico
- 2024/2025
- Anno di erogazione
- 2024/2025
- Anno di corso
- 1
- Lingua
- ITALIANO
- Percorso
- PERCORSO GENERICO/COMUNE
- Docente responsabile dell'erogazione
- GULL PAOLO
Descrizione dell'insegnamento
Lo studente che accede a questo insegnamento dovrebbe aver seguito il corso di Metodologia della Ricerca archeologica nel corso del triennio.
Nel recente sviluppo della c.d. “Archeologia pubblica” in Italia, questo settore della disciplina è stato visto in potenziale contrapposizione con la sua natura “professionale” soprattutto per il ruolo che la Convenzione di Faro riserva al coinvolgimento dei cittadini, di norma declinato in termini di volontariato. Si tratta di una falsa contrapposizione basata su una imprecisa comprensione della natura di “ciclo” dell’archeologia nel suo complesso, un insieme di funzioni, compiti ed azioni che integrano in modo organico tutte le componenti della società.
Lo studente deve sviluppare gli strumenti che consentano di orientarsi nel mondo degli sbocchi professionali sia in termini di servizi tecnici e professionali sia in relazione al rapporto fra archeologia e pubblico. Il tema sarà messo in relazione con un inquadramento rigoroso del concetto di archeologia pubblica.
Lezioni frontali. Gli studenti presenteranno periodicamente alcuni dei temi trattati al resto della classe
Esame orale.
Criteri di valutazione:
Livello di conoscenza degli argomenti;
Qualità dell'esposizione, proprietà nell'uso del lessico specialistico, efficacia, chiarezza.
Sviluppo di una riflessione critica sul ruolo dei professionisti nel settore del patrimonio archeologico
Capacità di inquadrare questo ruolo in relazione con la società
Capacità di presentare un punto di vista originale sul patrimonio culturale.
Lo studente sarà valutato sulla base del contenuto presentato, della correttezza formale e della capacità di argomentare le proprie tesi. L'adozione di punti di vista divergenti da quelli del docente è incoraggiata ma lo studente dovrà essere in grado di sostenerli con coerenza argomentativa
La disciplina nota come “Archeologia pubblica” è ormai anche in Italia lungi dal rappresentare una novità, sebbene molte delle sue ambiguità non siano state risolte. Essa è ancora vista da alcuni come un espediente da promuovere anche per ridare smalto all’archeologia, mentre da altri percepita, con fastidio, come una moda passeggera. Questo ramo della disciplina è in realtà vittima di più di un equivoco e incomprensione. Anzitutto la sua stessa natura resta mal chiarita: per alcuni versi sembra strettamente legata alla “divulgazione” dell’archeologia, o più in generale e meno fuorviante, al rapporto tra archeologia e pubblico. In questo caso sarebbe una componente “a valle” del lavoro dell’archeologo. Un altro equivoco è legato al suo rapporto col volontariato: secondo alcuni sarebbe una componente dell’archeologia fortemente legata al volontariato e che anzi non potrebbe esistere senza una nutrita schiera di volontari. Questo aspetto in particolare ha fatto nascere degli attriti in questo senso, in quanto è stata vista una potenziale contrapposizione dell’archeologia “pubblica” nei confronti della sua componente “professionale”, Ciò è stato alimentato anche dai sospetti che ha causato il ruolo che la Convenzione di Faro riserva al coinvolgimento dei cittadini, di norma declinato appunto in termini di volontariato
Il corso mira a chiarire che si tratta in realtà di una falsa contrapposizione basata su una imprecisa comprensione della natura di “ciclo” dell’archeologia nel suo complesso. Per questa ragione, il corso ha assunto la denominazione di “Archeologia professionale e archeologia pubblica” proprio per richiamarsi ad un insieme di funzioni, compiti ed azioni che integrano in modo organico tutte le componenti della società e in cui la componente “professionale” rappresenta l’aspetto principale.
La prima parte del corso sarà dedicata alla definizione dell’archeologia in termini di “risorsa comune non rinnovabile” e alla struttura del ciclo della sua gestione. La natura di risorsa comune, infatti, è quella su cui è fondata la nozione di “pubblica” (McGimsey 1972) e da queste considerazioni derivano una serie di conseguenze (Hardin 1968) inclusa l’applicazione del “Polluter pays principle”. Su questo principio peraltro si fonda la moderna concezione di tutela con tutti i suoi riflessi tecnico-giuridici ed economici (Montella 2016). Nel complesso l’aspetto pubblico (cioè di risorsa pubblica) dell’archeologia è il collante che tiene insieme un ciclo di gestione complesso che va dalla ricerca alla tutela fino alla comunicazione senza dimenticare in ogni passaggio il tema cruciale del rapporto con la società.
Ma l’archeologia ha una duplice natura e rientra quindi anche in una ulteriore categoria, quella dei “beni della conoscenza”: di conseguenza verranno presentate le questioni teoriche e pratiche che da questa componente emergono (Hess, Ostrom 2009; Mattei 2011).
Nella seconda parte, invece, si affronteranno gli aspetti legati all’attività professionale dell’archeologo. Questo aspetto dell’archeologia è emerso di recente e fra molte resistenze, ragion per cui il libero professionista fatica ancora a trovare una propria dimensione (Willems, Van Den Dries 2007). Tuttavia se l’archeologia è un “ciclo di gestione” di una risorsa non rinnovabile il ruolo dei “professionisti della gestione” è cruciale ed è il “motore” dell’intero sistema. Verrà dunque esaminata la normativa di settore e verrà discusso come le disposizioni di legge strutturino (o non riescano a strutturare) il mercato dei servizi (Gull 2015; Knobloch 2017; Vitale 2018). Uno specifico approfondimento sarà dedicato al tema dell’imprenditoria archeologica e dei suoi problemi normativi, fiscali e giuslavoristici.
Solo una volta inquadrati questi concetti, si potranno analizzare i principali temi del rapporto tra archeologia e società, con uno sguardo rivolto verso le nuove professioni legate all’Archeologia pubblica nella sua accezione più comune (Moshenska 2017).
1. M. Montella (a cura di), Economia e gestione dell’eredità culturale. Dizionario metodico essenziale, s.l.ed., Wolters Kluwer-Cedam 2016 (estratti) [link]
2. Ch. Hess, E. Ostrom (a cura di), La conoscenza come bene comune. Dalla teoria alla pratica, Milano, Bruno Mondadori 2009 – cap. 1 e 3 [link]
3. U. Mattei, Beni comuni. Un manifesto, Bari, Laterza 2011 [link]
4. Ch. McGimsey, Public Archaeology. New York, Seminar Press, 1972 (pp. 5-45) [link]
5. P. Gull, Archeologia preventiva. Il Codice appalti e la gestione del rischio archeologico. Palermo, Flaccovio 2015. pp. 15-29 e 113-132 [link]
6. R. Knobloch, La professione dell'archeologo. Nascita e sviluppo di una professione dalla metà del Novecento agli anni Duemila. Roma, Dielle, 2017 [link]
7. F. Romanin, L’IVA funesta, Milano, de Agostini, 2018
8. W. Willems, M. van den Dries, The origins and Development of Quality assurance in archaeology, in Quality Management in Archaeology. Oxford, Oxbow Books, 2007, pp. 1-12 [link]
9. G. Moshenska, Key concept in public archaeology, London 2017 (cap. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 9, 11) [link]
10. G. Hardin, The tragedy of commons, “Science”, 162 (1968), pp. 1243-1248 [link]
11. C. Vitale, I servizi aggiuntivi,appunti del Corso di diritto amministrativo (a.a 2017/2018)[link]
12. C. Vitale, I servizi per il pubblico a venticinque anni dalla legge Ronchey, “Giornale di diritto amministrativo”, 3 (2018), pp. 344-358 [link]
13. N. Simon, The participatory Museum (2010) [link]
Semestre
Secondo Semestre (dal 03/03/2025 al 06/06/2025)
Tipo esame
Non obbligatorio
Valutazione
Orale - Voto Finale
Orario dell'insegnamento
https://easyroom.unisalento.it/Orario