DIRITTO INTERNAZIONALE DELL'ECONOMIA

Insegnamento
DIRITTO INTERNAZIONALE DELL'ECONOMIA
Insegnamento in inglese
INTERNATIONAL LAW OF ECONOMICS
Settore disciplinare
IUS/13
Corso di studi di riferimento
GIURISPRUDENZA
Tipo corso di studio
Laurea Magistrale a Ciclo Unico
Crediti
8.0
Ripartizione oraria
Ore Attività Frontale: 60.0
Anno accademico
2024/2025
Anno di erogazione
2026/2027
Anno di corso
3
Lingua
ITALIANO
Percorso
EUROPEO E INTERNAZIONALE
Sede
Lecce

Descrizione dell'insegnamento

Il programma dell'insegnamento è provvisorio e potrebbe subire delle modifiche

Propedeucità di diritto internazionale. Durante le lezioni saranno comunque richiamate di volta in volta le nozioni base di diritto internazionale necessarie per la corretta comprensione degli argomenti trattati, così da permettere la frequenza anche a studenti che ancora non hanno sostenuto l'esame di diritto internazionale.

Il corso offre una trattazione di alcuni degli ambiti più discussi e attuali del diritto internazionale, quelli della disciplina del commercio internazionale e della tutela degli investimenti esteri. Il corso è proposto in modo interattivo, con riferimento ai casi più recenti della prassi internazionale, come la disputa commerciale tra USA e Cina o i casi del fotovoltaico italiano. Temi trasversali al corso saranno quelli del latente conflitto tra tutela dell'ambiente e disciplina internazionale in favore di commercio e investimenti, e del ruolo delle grandi multinazionali nel panorama economico internazionale. Durante il corso saranno fornite dispense e materiali utili all'approfondimento, e saranno discusse alcune decisioni internazionali adottate in materia, tanto nel quadro dell'Organizzazione Mondiale del Commercio quanto dai tribunali internazionali sugli investimenti.

a) Conoscenze e comprensione. Il corso mira a far conoscere agli studenti la struttura, la funzione e i principali istituti del diritto internazionale dell’economia. Si richiameranno nozioni essenziali di macro-economia. In particolare, la conoscenza di questa branca del diritto internazionale permetterà la comprensione delle attuali dinamiche che caratterizzano gli scambi internazionali, gli investimenti esteri e la circolazione della moneta, nel quadro della forte interdipendenza delle società nazionali e del crescente ruolo delle imprese multinazionali.

b) Capacità di applicare conoscenze e comprensione. Il corso intende favorire l’acquisizione di strumenti metodologici idonei ad applicare le conoscenze giuridiche apprese a situazioni concrete. A tal fine vi saranno frequenti riferimenti a sentenze e casi pratici, anche di portata interdisciplinare, tanto nel corso quanto nell’ambito di seminari ed esercitazioni. In sede d’esame, la capacità di tradurre i concetti e le nozioni appresi in esempi concreti sarà valutata positivamente.

c) Autonomia di giudizio. La conoscenza e comprensione dei meccanismi e degli istituti fondamentali del diritto internazionale dell’economia permette di analizzare e interpretare in chiave critica le vicende socio-economiche sul piano globale, comprendendo le strutture giuridiche di fondo sulle quali poggiano. In tal modo, i futuri giuristi potranno offrire soluzioni originali a problemi complessi, quali quelli che coinvolgono il commercio internazionale e gli investimenti esteri e si basano su situazioni di interdipendenza economica. L’analisi di casi concreti, anche di stretta attualità, favorirà l’emersione dello spirito critico e della capacità di valutazione autonoma.

d) Abilità comunicative. Nello svolgimento delle lezioni si cercherà di stimolare l’abilità comunicativa degli studenti evidenziando i concetti-chiave e i nessi fondamentali, in modo da accrescere negli ascoltatori la familiarità con l’efficacia comunicativa della sintesi e della sottolineatura dei punti chiave; parimenti, l’esposizione delle lezioni cercherà di mostrare l’importanza, nella comunicazione, del rigore nello sviluppo consequenziale dei nessi logici essenziali; infine, sarà sollecitata la capacità di inserire concetti macro-economici fondamentali nell’analisi giuridica. In sede d’esame, la capacità degli studenti di cogliere ed evidenziare i concetti-chiave, e il rigore argomentativo nelle risposte, saranno particolarmente considerati nella valutazione della prova.

e) Capacità di apprendimento. Premesso che la capacità di apprendimento dipende principalmente dalle abilità proprie di ciascuno e dalla storia del proprio percorso di studi fin dal periodo scolare, le lezioni saranno organizzate e sviluppate in modo da favorire l’apprendimento dei concetti e delle nozioni trattati. In particolare, i due moduli sul diritto internazionale del commercio e diritto internazionale degli investimenti saranno collegati tra loro in un quadro sistematico e trattati seguendo l’unità logica interna a ciascuno; i concetti essenziali già espressi in lezioni precedenti saranno ripresi in modo anche esteso, stimolando l’auditorio nel richiamo di quanto già studiato; più in generale, gli studenti saranno coinvolti durante lo svolgimento delle lezioni, per favorire la loro capacità di concentrazione e prepararli alla futura esposizione in sede d’esame.

Le lezioni sono frontali. Si cerca il costante coinvolgimento dei partecipanti tramite domande mirate e sollecitazione di commenti. Sono previste discussioni comuni di casi giurisprudenzali significativi, anche con previa distribuzione di materiale didattico e scientifico.

L’esame consiste in un colloquio orale finalizzato ad appurare il grado di assimilazione e comprensione del programma svolto a lezione e contenuto nel libro di testo adottato, che potrà essere stato preceduto da un'esercitazione volontariamente scelta dallo studente. In sede di valutazione si terrà conto, oltre che della stretta comprensione degli istituti e delle norme studiate, della proprietà di linguaggio tecnico-giuridico, della capacità di valutare criticamente le nozioni esposte, del rigore argomentativo, dell'inquadramento interdisciplinare, della capacità di tradurre le norme in esempi concreti.

Come da calendario pubblicato sul sito della facoltà di giurisprudenza

Il diritto internazionale dell’economia ha per oggetto l’evoluzione e l’attuale situazione dei rapporti economici internazionali nella loro forma giuridica: un diritto interstatuale, in primis, ma anche un diritto degli attori privati e delle organizzazioni internazionali. Il corso intende in primo luogo offrire una visione di insieme delle regole che disciplinano i rapporti economici transnazionali, nel quadro dei principi del diritto internazionale generale e in relazione agli istituti e alla prassi dei soggetti privati. In tal senso, si studia il percorso storico che ha caratterizzato la disciplina internazionale dei rapporti economici, dal primo periodo del liberalismo classico, alla breve - ma determinante - fase del protezionismo tra le due guerre, fino al periodo del neo-liberismo c.d. garantito e alla sua versione odierna della globalizzazione. Lo studio dei diversi periodi storici è svolto analizzando, per ciascun periodo, la prassi e gli istituti fondamentali in tema di commercio, investimenti e moneta.

Il corso si articola poi secondo una bipartizione fondamentale: commercio internazionale e investimenti esteri. Per entrambi questi settori del diritto internazionale dell'economia si analizzano tanto la disciplina normativa quando la prassi di soluzione delle controversie.

In ambito commerciale, il programma si occupa dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, il cui diritto, essenzialmente finalizzato alla liberalizzazione degli scambi internazionali, ormai accomuna più di 160 Stati, tra cui tutte le principali economie del globo. Dopo aver ripreso il tema dell'origine dell'OMC dal GATT '47, si analizzano l'insieme di accordi ad essa collegati e la sua struttura interna, secondo la classica tripartizione organica delle O.I. Il cuore dello studio del diritto internazionale del commercio attiene ai principali istituti giuridici, che trovano disciplina nell'accordo GATT come incluso nel 'sistema OMC: clausola della nazione favorita, trattamento nazionale, divieto di restrizioni quantitative, disciplina dei dazi doganali, regime delle sovvenzioni. Tutti questi istituti sono studiati attraverso la copiosa prassi dell'OMC, che ha contribuito a scolpirne i significati e i limiti. In tal senso, è studiato nel dettaglio il sistema 'quasi giurisdizionale' di soluzione delle controversie dell'OMC, nell'ambito del quale si ha la prassi più significativa di interpretazione e applicazione delle regole sul commercio. Indicazioni generali sono anche date su altri temi del diritto GATT, quali la disciplina dell'agricoltura, delle integrazioni economiche regionali e dei paesi in via di sviluppo, e su altri accordi collegati, in particolare il GATS e il TRIPs. Chiude questa prima parte del corso lo studio dei casi giurisprudenziali che hanno visto in conflitto le norme sulla liberalizzazione degli scambi e la tutela dell'ambiente, oltre a cenni sui principali contratti commerciali internazionali.

La seconda macro-parte del programma attiene al diritto internazionale degli investimenti. Si tratta in primo luogo di delineare un quadro complessivo delle variegate fonti pattizie in materia, dai quasi 3.000 trattati bilaterali che variamente prevedono obblighi per gli Stati a tutela degli investimenti esteri, alle convenzioni che realizzano discipline regionali (Nord-America; Asia) o settoriali (energia), fino a strumenti volti a favorire la soluzione delle controversie, come la Convenzione ICSID del 1965. Si evidenzia fin da subito l'importanza della prassi dei tribunali arbitrali misti (investitore-Stato) e della tecnica c.d. della jurisprudence constante, per la progressiva uniformazione di quello che a prima vista rappresenta un vero e proprio patchwork normativo. Dopo un inquadramento della materia nel solco della tradizionale disciplina internazionale a tutela degli stranieri, l'analisi delle norme di diritto materiale, come sviluppata dai trattati sugli investimenti, muove dalla nozione di investitore straniero, sotto il duplice profilo del significato giuridico di investimento e della determinazione della nazionalità delle persone, in particolare delle società commerciali. Il cuore della trattazione ha ad oggetto i tre grandi istituti che caratterizzano il diritto internazionale degli investimenti, ossia la disciplina dell'espropriazione, e del quantum della compensation; il fair and equitable treatment; il principio di non discriminazione, nelle due classiche versioni della clausola della nazione più favorita e del trattamento nazionale. La trattazione di questa seconda macro-parte è conclusa, similmente alla prima, con la disamina di casi giurisprudenziali che hanno visto contrapposte la protezione degli investimenti esteri e la tutela dell'ambiente da parte dello Stato ospitante, mostrandosi l'attitudine dei tribunali arbitrali ad integrare valori non commerciali nell'interpretazione di norme in sé 'ristrette' alla tutela di interessi puramente proprietari e imprenditoriali.

Infine, saranno studiate per sommi capi le due grandi istituzioni internazionali 'finanziarie' di Bretton Woods, Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale.

A. Comba (a cura di), Neoliberismo internazionale e global economic governance. Sviluppi istituzionali e nuovi strumenti, 2° edizione Giappichelli 2013 

Semestre
Secondo Semestre (dal 02/03/2027 al 15/05/2027)

Tipo esame
Non obbligatorio

Valutazione
Orale - Voto Finale

Orario dell'insegnamento
https://easyroom.unisalento.it/Orario

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