Samuela Pagani, docente di Lingua e letteratura araba all’Università del Salento, è in finale per l’assegnazione del primo “Premio biennale Mario Lattes per la Traduzione” per la trasposizione in italiano di “Corriere di notte” della libanese Hoda Barakat (La nave di Teseo, 2019). Il Premio è promosso dalla Fondazione Bottari Lattes in collaborazione con l’Associazione culturale Castello di Perno; la cerimonia di premiazione si svolgerà sabato 18 luglio 2020, alle ore 18, nel giardino del Castello di Perno (Cn).
Cinque le traduzioni in gara; Pagani è in finale perché «Nel tradurre “Corriere di notte”», si legge nella motivazione, «usa un linguaggio chiaro e vivace, mai troppo convenzionale né troppo vicino al parlato, che fa entrare senza sforzo il lettore nell’atmosfera peculiare di quest’opera. In ognuna delle lettere che compongono il libro, la personalità di chi la scrive − un personaggio, uomo o donna, esposto alla brutalità e all’incertezza, isolato, indifeso nella propria angoscia − emerge con naturalezza, senza che lo stile della traduttrice si imponga o appiattisca i diversi capitoli in un’unica narrazione. Samuela Pagani usa infatti un linguaggio e un ritmo adeguati alla descrizione di ogni realtà, diversa per ognuno degli autori delle lettere, anche se accomunata dal rimpianto. Evita l’uso di espressioni stereotipate e, pur distinguendosi per alcune scelte linguistiche innovative, non perde mai il senso del limite e dell’equilibrio stilistico. Il passaggio dall’arabo all’italiano avviene con naturalezza, senza sforzo apparente, il testo scorre, offrendo una lettura coinvolgente».
«Il fatto che la prima edizione del Premio sia dedicata alla narrativa araba è molto significativo nel momento attuale», sottolinea la professoressa Pagani, «Il premio si propone, infatti, di valorizzare il contributo della traduzione “nell’avvicinare popoli e culture differenti, abbattendo muri ideologici, creando ponti culturali e favorendo il dialogo”, e tutto questo ha particolare importanza per i rapporti dell’Europa con il mondo arabofono. Sono felice di essere stata scelta assieme alle altre finaliste, per quella che considero una festa per tutti coloro che sono impegnati in quest’ambito di studi – e in particolare per le traduttrici, visto che tutte le finaliste sono donne».
Le altre finaliste sono Maria Avino, traduttrice di “Morire è un mestiere difficile” del siriano Khaled Khalifa (Bompiani, 2019); Nadia Rocchetti, traduttrice di “Viaggio contro il tempo” della libanese Emily Nasrallah (Jouvence, 2018); Monica Ruocco, traduttrice di “Il suonatore di nuvole” dell’iracheno Ali Bader (Argo, 2017); Barbara Teresi, traduttrice di “Una piccola morte” del saudita Mohamed Hasan Alwan (e/o, 2019).
Samuela Pagani insegna Lingua e Letteratura Araba all’Università del Salento dal 2005. Laureata in Islamistica all’Università “La Sapienza” di Roma, dottorato di ricerca all’Istituto Universitario Orientale di Napoli, ha trascorso periodi di ricerca a Damasco, Il Cairo e Parigi e ha insegnato anche all’Università degli studi di Trieste, all’Università “La Sapienza” di Roma e all’Università di Napoli “l’Orientale”. Nel 2004 è stata docente di traduzione arabo-italiano presso la Scuola Europea di Traduzione Letteraria (SETL). Nel 2011 e nel 2013 è stata visiting professor a Parigi presso l’Ecole des Hautes Études en Science Sociales - Institut d’Études de l’Islam et des Sociétés du Monde Musulman (IISMM) e l’Ecole Pratique des Hautes Etudes (EPHE), Section de Sciences Religieuses. Ha pubblicato numerosi studi, edizioni critiche e traduzioni sulla mistica islamica e la letteratura araba nel periodo classico e moderno, e organizzato convegni e seminari internazionali, stabilendo significative collaborazioni scientifiche con istituzioni estere, come l’Institut Français d’Archéologie Orientale del Cairo e il Center for Islamic Theology dell’università di Tübingen.
Un dialogo tra Samuela Pagani e l’autrice Hoda Barakat è su https://youtu.be/JyCFhQgkvlo