«Desidero esprimere, anche a nome del nostro Ateneo, il dolore per la morte del professor Franco Cassano, grande sociologo della conoscenza. L’Accademia pugliese, il pensiero meridionalistico italiano, la riflessione sociologica e la cultura euro-mediterranea perdono oggi un pensatore profondo, stimolante, provocatorio, “una talpa e un angelo”, “tra terra e cielo” – per adoperare sue pregnanti metafore della condizione umana.
Non è questo il luogo per analizzare, ancora una volta, la sua ricca e poliedrica produzione scientifica nonché l’impegno politico e civile, dalla militanza politica alla cittadinanza attiva. È però assolutamente evidente come le sue tesi, riflessioni, dubbi e interrogazioni – almeno dal suo celeberrimo Pensiero Meridiano in poi, da 25 anni dunque – costituiscano un significativo punto di riferimento anche per la nostra Università, in virtù dell’asse strategico fondamentale della “sostenibilità”, declinata in tutte le sue articolazioni, che oggi ne orienta complessivamente le attività. Mi limiterò a ricordare come Franco Cassano abbia sviluppato le sue ricerche in tutte le direzioni indicate da quella sua “rosa dei venti”, dalla provincia al mondo, dalla terra al mare, dalla mitologia all’epica, alla filosofia alla sociologia, dalla storia alla geografia eccetera, disegnando una sua affascinante geopolitica delle culture pensata per un rinnovamento dell’anima della civiltà europea, contro mercificazioni, egoismi, razzismi, muri o confini invalicabili: “Come può pensare uno stato europeo – scriveva – di parlare al mondo senza aver messo il naso fuori dall’economia, senza aver ridato a se stesso quelle ragioni del vivere? Come può pensare di avere una politica planetaria senza trasformare in una sua ricchezza anche le voci che si affacciano sul suo mare meridionale, che popolano già e popoleranno sempre di più l’Europa?”.
Franco Cassano mancherà innanzitutto all’intelligenza collettiva pugliese, e non solo. Il suo pensiero però, come accade ai grandi intellettuali, continuerà a essere oggetto di studio e pungolo alla nostra ricerca, anche nella sua dimensione etica ed esistenziale».